ll protagonista di questo romanzo ha avuto la fortuna di nascere nel quinquennio felice, fra il 1946 e il 1950, e di avere, insieme agli altri fortunati, un’esistenza baciata dagli dèi: di conoscere due mondi, due infanzie e due giovinezze, la prima in un’Italia pre e paleoindustriale, ancora a misura di bambino, e la seconda, fatta di entusiasmi e di esperienze del tutto originali, nel periodo eroico del Sessantotto. Ma di quel dono questi «frontalieri della Storia» cosa hanno saputo fare? Mentre la vita scorre, il protagonista si interroga, cerca ragioni e spiegazioni, angosciato per il figlio, condannato a essere precario, per le tante donne che lo attraggono e gli complicano le giornate, per i colleghi e le vicende dell’università verso cui è ogni giorno più insofferente, per il mondo così come è diventato. Rimangono il suo vitalismo, il conforto degli amici di sempre e il lucido disincanto al quale, senza proporselo, si è allenato.