Sono trascorsi quasi trentacinque anni dall'uccisione di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, e questo avvenimento ha nel frattempo trovato i suoi storici, studiosi e interpreti; al centro dell'indagine della maggior parte dei libri e dei saggi pubblicati sin qui sono gli eventi del sequestro, la prigionia, le lettere inviate dallo statista, le vicende dell'esecuzione; nessuno ha mai analizzato a fondo le due immagini scattate dai brigatisti al prigioniero con una macchina Polaroid e fatte ritrovare per testimoniare la sua esistenza in vita durante la fallita trattativa tra i sequestratori e le autorità. Il presente saggio analizza queste due fotografie e le mette in relazione con i contesti visivi cui rimandano (la pubblicità, i manifesti militari di arruolamento eccetera), leggendo quello che si cela nel messaggio dei brigatisti, la loro costruzione dell'immagine dell'ostaggio. Un libro che ricostruisce l'immagine dei politici della Prima Repubblica, le loro posture e forme di comunicazione, i loro abiti e gesti, evocando nomi di scrittori come Pier Paolo Pasolini e John Berger, di saggisti come Susan Sontag e Umberto Eco. Un testo che è anche un racconto, un documento e un'analisi di un momento della nostra storia recente.