Sulla soglia degli ottant'anni, convalescente, Gregor von Rezzori affronta nella quiete del suo ritiro toscano un vorticoso «viaggio nei viaggi» in cui le esperienze, gli incontri che hanno segnato un'esistenza ricchissima e singolare si aggregano e disgregano intorno ad alcuni nuclei di riflessione fondamentali: il potere e le sue manifestazioni nella storia, la responsabilità dell'artista e dell'individuo di fronte a un reale sempre più falsificato dai media, la possibilità di condividere il proprio destino con altri esseri umani, e di accettarlo. Ma non si tratta di semplici ricordi, perché per questo straordinario interprete del Novecento le molteplici realtà di cui siamo spettatori o protagonisti non trascorrono con ordine sulla linea del tempo, ma si compenetrano e coabitano in noi in una perenne simultaneità, complessa da gestire quanto appassionante. Un libro dove si intrecciano esperienze dei primi mesi del 1990 ? un viaggio in Romania all'indomani della deposizione di Ceausescu, la visita a un celebre ashram indiano ? e sensazioni provate nella Bucovina dell'infanzia, e poi a Berlino nei giorni bui del 1938. Puntuale, in questo costante riproporsi di luoghi ed eventi, il contrappunto delle voci degli amici Bruce Chatwin e Ugo Mulas, «precocemente compiuti», e dei «colleghi» Goethe, Hofmannsthal, Nietzsche e tanti altri.