Il lager nazista è l’emblema più tragico del secolo appena finito; l’esperienza che più costringe noi contemporanei, e soprattutto noi europei, a riflettere sugli aspetti bui della condizione umana, sul male e le sue radici. In questa conversazione – terminata pochi mesi prima della morte di Levi – Ferdinando Camon e l’autore di Se questo è un uomo affrontano l’argomento in tutta la sua vastità, ciascuno alla luce delle proprie convinzioni e della propria formazione (non sfugge al lettore l’insistenza sul concetto di «colpa» in una discussione in cui uno degli interlocutori è di matrice cattolica). La «colpa» di essere nati; la responsabilità di chi obbedisce; se la storia sia fatta dai capi o dai popoli; popolo ebreo e stato di Israele; lager nazista e lager comunista; le SS e la polizia di Stalin; se Auschwitz sia la prova della non-esistenza di Dio; scienza e letteratura; se scrivere possa guarire: in questo dialogo intenso e serrato tutte le questioni vengono toccate, e nel suo svolgersi non mancano i momenti di acuto e doloroso disaccordo. Ma anche qui, forse soprattutto qui, si misura la ricchezza di esiti di un confronto appassionato.
Conversazioni con Primo Levi
Ferdinando Camon
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L'autore

Ferdinando Camon
Ferdinando Camon è nato nel 1935 in un piccolo paese della campagna veneta. Il suo primo romanzo, uscito con una prefazione di Pier Paolo Pasolini, è stato subito tradotto in Francia grazie all’interessamento di Jean-Paul Sartre. Nei suoi libri C amon ha raccontato la crisi e la morte della civiltà contadina (nei romanzi Il quinto stato, La vita eterna, Un altare per la madre, Premio Strega, Mai visti sole e luna; e nelle poesie Liberare l’animale, Premio Viareggio, e Dal silenzio delle campagne), la crisi che si è nominata terrorismo (Occidente), la crisi che porta in analisi (La malattia chiamata uomo, La donna dei fili, Il canto delle balene) e lo scontro di civiltà, con l’arrivo degli extracomunitari (La Terra è di tutti). I suoi romanzi più recenti sono La cavallina, la ragazza e il diavolo (Premio Giovanni Verga) e La mia stirpe (2011, Premio Vigevano-Mastronardi). Il suo ultimo libro (2019) è Tentativo di dialogo sul comunismo, con Pietro Ingrao. Con Guanda ha pubblicato Conversazione con Primo Levi. È tradotto in venticinque paesi. Le sue opere sono pubblicate anche in edizioni per ciechi, in Italia e in Francia. Nel 2016 ha vinto il premio Campiello alla Carriera.