La lunga vicenda umana, politica e civile che lega Luis Sepúlveda al Cile è il filo conduttore di "Storie ribelli", il nuovo libro dell'autore cileno, che ha vissuto la storia del suo paese sulla propria pelle, in prima linea e in esilio...
Le Storie ribelli (Guanda) di Luis Sepúlveda ripercorrono oltre quarant’anni di storia personale e corale. Una lunga vicenda umana, politica e civile, raccontata in pagine in cui affiora la capacità umana di Sepúlveda insieme alla sua partecipazione, sempre in prima linea, alle battaglie civili e politiche che riguardano il suo paese, il Cile, l’ambiente, la vita in tutti i suoi molteplici aspetti.
Sepúlveda, recentemente, in un’intervista di Antonio Gnoli per Robinson, ha parlato dei grandi scrittori cileni e dell’America Latina, raccontando come lui stesso è diventato scrittore e cosa significa per lui la scrittura: “Scrivo perché amo la mia lingua e in lei riconosco la mia unica patria. E poi si scrive per gli altri, si scrive, come diceva il mio amico Osvaldo Soriano, per abitare nel cuore della gente migliore.”
Il volume si apre con un breve racconto, 11 settembre 1973: E “Johny” prese il fucile, dedicato alla memoria di Oscar Reinaldo Lagos Rios, il più giovane della scorta che quel giorno maledetto restò fino alla fine accanto al presidente Allende nel palazzo della Moneda, e si chiude con il testo scritto a caldo nel giorno della morte di Pinochet.
In mezzo i ricordi di una vita avventurosa, le vicende di cui sono protagonisti amici e “maestri” come, tra gli altri, Neruda, Saramago, Tonino Guerra.
Fonte: www.illibraio.it