"La tensione dei triangoli amorosi funziona proprio così. Si avverte immediatamente che il poligono è predestinato a un equilibrio precario. Ogni pagina, ogni abbandono, ogni ritorno è una lacerazione ma non si vorrebbe mai assistere all’inevitabile strappo definitivo". In occasione dell'uscita del romanzo d'esordio "L'estate che resta", Giulia Baldelli riflette sulla natura dei rapporti a tre, citando opere come "Jules e Jim" di Henri-Pierre Roché, "Cime Tempestose" di Emily Brontë e "L’assassino cieco" di Margaret Atwood
Immaginiamo due punti disegnati su un piano. Per quei due punti, lontani o vicini che siano, passa una e una sola retta. Non vi sono limiti per la lunghezza di quella congiunzione, basta desiderarlo ed è possibile farla fuggire sul piano, sfumarla all’infinito.
Se applichiamo le verità di Euclide alla geometria delle relazioni umane, se i due punti sono persone, se la retta che li unisce è quella dell’amore, possiamo dire che in una relazione a due forse c’è sempre la possibilità di scappare. L’opportunità di prendere distanza dall’altra persona e dalla potenza del sentimento per quanto unico sia. E se le anime e i corpi in gioco non sono più due, ma tre? Allora la loro unione chiude la superficie. Non ci sono punti di fuga. Tutto l’amore condensa dentro a un triangolo, non resta che rimanere e viverlo.
Nell’iniziare la stesura de L’estate che resta ho visto dapprima due bambine. Giulia, determinata, precocemente intelligente e Cristi, selvaggia, fragile, capace di grandi fughe e abissali profondità. Ho capito immediatamente che le avrebbe legate l’amore, perché qualsiasi altro sentimento sarebbe stato insufficiente. Poi ho visto un terzo personaggio, un bambino, Mattia, e ho pensato alla forza del triangolo come figura geometrica mitologica, capace di condensare l’amore nella sua forma più pura, a prescindere dai generi e dalle fatiche da sopportare. Ho capito che Giulia, Cristi e Mattia avrebbero compreso, vissuto e mai ostacolato il valore di questa forza assoluta. E nell’immaginare la loro unione, ho riflettuto su quanto si possa soffrire se due vertici di un triangolo si avvicinano e il terzo è condannato a star loro distante. Ne L’estate che resta sia Giulia che Mattia amano Cristi perdutamente che a sua volta ha bisogno sia dell’uno che dell’altra. Il vertice tenuto a distanza è la voce narrante. Giulia. Comprendere quella sofferenza è il viaggio che le ho affidato.
Quando ho creato questa storia l’ho fatto portandomi dentro, in maniera quasi inconscia, il carisma narrativo di tanti altri triangoli d’amore. Quello all’apparenza equilibrato in realtà tragico di Jules, Jim e Catherine protagonisti del romanzo Jules e Jim di Henri-Pierre Roché e dell’omonima pellicola di Truffaut. Il triangolo tormentato e cupo di Cime Tempestose di Emily Brontë. Heathcliff, Catherine ed Edgar. In questa relazione Edgar Linton altro non è che un punto distante ed appannato, eppure presente come elemento inamovibile di comparazione e dunque di ostacolo alla linearità. È la stessa Catherine a spiegare le regole sin dall’inizio in un monologo rivolto a Nelly, la governante di casa. “Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l’inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff è simile alle rocce che stanno sotto di noi: una fonte di piacere poco visibile, ma indispensabile…”.
Il lettore ha dunque ben chiara la natura sbilanciata dei sentimenti provati da Catherine. Eppure continua a seguire le vicende dei tre e della loro progenie. La tensione dei triangoli amorosi funziona proprio così. Si avverte immediatamente che il poligono è predestinato a un equilibrio precario. Ogni pagina, ogni abbandono, ogni ritorno è una lacerazione ma non si vorrebbe mai assistere all’inevitabile strappo definitivo.
Ne L’assassino cieco di Margaret Atwood, Iris e Laura Chase sono due sorelle, figlie di un industriale canadese in disgrazia, che negli anni trenta, durante un picnic rimangono entrambe folgorate da un giovane rivoluzionario, Alex Thomas, costretto subito dopo a vivere in clandestinità in quanto ricercato dalla polizia. Del loro primo incontro a tre resta una foto. Un ritratto delle sorelle Chase e di Alex Thomas seduto fra loro sull’erba. Laura, la minore, si appropria del negativo e ne sviluppa due copie. Dalla sua copia, taglia via la sorella Iris della quale, per non sfregiare le altre due figure, è costretta a lasciare una mano. Dalla copia destinata a Iris, Laura toglie se stessa ma non può rimuovere la sua mano. Nessuna delle due sorelle avrà mai una foto dell’amato che non riporti la presenza seppur troncata dell’altra. Laura Chase si getterà anni dopo da un ponte. La sua morte è proprio il punto di partenza della narrazione, affidata a Iris Chase, ormai ottuagenaria.
Ne L’estate che resta è Giulia, sessantenne e gravemente malata, a raccontarci la sua storia con Cristi. Per farlo intraprende la via più difficile, non si abbandona al ricordo ma sceglie di rivivere tutto. Ed è quindi sempre lei a indicarci ciò che resta alla fine. L’estate. Il dono destinato a chi ha avuto il coraggio di vivere l’amore nella sua forma assoluta.
L’AUTRICE E IL LIBRO – Giulia Baldelli è nata a Fano, nelle Marche, nel 1979. Dal 1998 si è trasferita a Bologna dove si è laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche. L’estate che resta (Guanda) è il suo romanzo d’esordio.
La storia racconta di due bambine, Giulia e Cristi, che si conoscono negli anni Novanta durante le estati trascorse in un piccolo paese delle Marche. Giulia, determinata e razionale, subisce il fascino di Cristi, così fragile e così selvaggia, e capisce presto di provare per lei qualcosa di più sconvolgente e più scottante dell’amicizia. Anche Cristi è attratta da Giulia, però i suoi occhi cercano in continuazione Mattia, un bambino che sembra comprendere la sua natura selvatica più profondamente di quanto l’altra riesca a fare.
Dopo una serie di estati scandite dai giochi in riva al fiume e da sofferte gelosie, i tre, arrivati alla soglia dell’adolescenza, si separano. Dieci anni più tardi, Giulia e Cristi si ritrovano a Bologna e il loro amore mai dimenticato esplode. Ma di nuovo a turbare l’equilibrio ricompare Mattia. Da quel momento le loro vite appassionate si legano per sempre.
Cristi, che sa farsi amare da Giulia disperatamente e a sua volta ama senza regole, rimane il vertice del triangolo. In una storia d’amore totalizzante, che non si cura dei generi, sopporta gli abbandoni e alla fine, quando brucia, lascia una cenere speciale da cui non può che rinascere amore.
Fonte: www.illibraio.it