"Ci saranno editori finché ci saranno scrittori, quindi per sempre...". L'intervista de ilLibraio.it a Jonathan Galassi, presidente della prestigiosa casa editrice Farrar, Straus & Giroux, mentre arriva in libreria il suo primo romanzo, "La musa", non a caso ambientato nel mondo dell'editoria
Jonathan Galassi, classe ’49, dal 2002 presidente della prestigiosa casa editrice Farrar, Straus & Giroux, è un punto di riferimento per l’editoria letteraria internazionale. Negli anni ha pubblicato autori del calibro di Geoffrey Eugenides, Jonathan Franzen, Jamaica Kincaid, Alice McDermott, Seamus Heaney, Mario Vargas Llosa, Michael Cunningham e Philip Roth, senza dimenticare il nostro Roberto Saviano, e in passato ha lavorato in Random House. Non solo: Galassi ha un legame speciale con l’Italia, e ha tradotto Montale e i Canti di Leopardi (tra i suoi poeti preferiti c’è Orazio).
ilLibraio.it lo ha intervistato in occasione della pubblicazione del suo primo romanzo, La musa (Guanda, in libreria dall’11 giugno), che racconta da molto vicino il mondo del “fare i libri”. Il protagonista, Paul Dukach è l’erede della Purcell & Stern, una delle ultime case editrici indipendenti di New York. Grazie al suo capo, impara come muoversi nel complicato mondo dei libri, come conquistare un agente letterario nello spazio di un pranzo, come nuotare tra gli “squali dell’editoria” a Francoforte, come coniugare adulazione e critiche quando si lavora al manoscritto di autori brillanti, ma piuttosto permalosi… E, mentre la situazione dell’editoria si fa sempre più complessa, per l’avvento del digitale e lo strapotere dei grandi gruppi editoriali, Paul viene affascinato da una poetessa la cui vita tumultuosa e i cui versi audaci hanno avuto una grossa influenza sul panorama letterario contemporaneo, ed è disposto a tutto pur di strappare l’autrice a un editore rivale, che, oltre ad aver pubblicato un tempo tutti i suoi libri, ne è stato anche l’amante. Quando Paul finalmente riuscirà a incontrare Ida nel suo palazzo veneziano, la donna gli confiderà un segreto destinato a stravolgere la vita di tutti…
Galassi, cosa significa essere un editore di qualità oggi?
“Un ‘editore letterario’, come diciamo noi in inglese, è tale per la qualità della scrittura dei libri che pubblica, e del pensiero che essa esprime; sono questi i valori principali, ciò che questo modo di lavorare ai libri offre al pubblico. Se ci si allontanano troppo da principi così solidi, l’editore corre il rischio di mettere in discussione l’integrità del suo programma e il significato stesso della sua ‘impronta'”.
Il mestiere dell’editore ha smarrito il fascino che aveva un tempo?
“Pensiamo sempre che il passato abbia una gloria, un’integrità, un valore oggi perduto… e ciò avviene perché tutto quello che vediamo del passato è quello che scegliamo di vedere, o quel che è sopravvissuto al tempo. La verità è che nei loro vecchi cataloghi tutti gli editori hanno dei titoli che nessuno ricorda. Personalmente, credo che il mestiere dell’editore oggi sia meno centrale per la cultura rispetto a due generazioni fa. Ma, allo stesso tempo, la sua importanza e il suo fascino resistono”.
Ma è ottimista o pessimista a proposito del futuro del suo mestiere?
“Ci saranno editori finché ci saranno scrittori, quindi per sempre. Perché gli esseri umani hanno e avranno cose da esprimere, e ci sarà dunque bisogno di esperti che li aiutino a esporre i loro pensieri nel modo più convincente e coerente possibile, e a trovare i loro lettori. I metodi, le forme di pubblicazione, i formati e la promozione probabilmente cambieranno, ma questa relazione fondamentale rimarrà”.
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Fonte: www.illibraio.it