Autore di libri come "Esercizi d'amore", "L'arte di viaggiare", "L'importanza di essere amati", e di video motivazionali molto apprezzati, lo svizzero Alain de Botton torna con "Fallire e vivere felici". Per l'occasione, su ilLibraio.it un viaggio alla (ri)scoperta della sua opera
Quante volte avremmo bisogno di qualcuno in grado di darci dei suggerimenti per affrontare i nostri problemi quotidiani, da quelli sentimentali a quelli lavorativi? Quante volte andiamo alla ricerca di una voce che sappia parlarci con spontaneità e leggerezza e, allo stesso tempo, con la giusta profondità? Ecco, quel qualcuno esiste, e il suo nome è Alain de Botton.
Nato a Zurigo nel 1969 e cresciuto in una comunità di ebrei svizzeri, de Botton, laureato in filosofia presso la celebre Università di Cambridge, è famoso principalmente per aver fondato The School of Life, un’organizzazione che aiuta le persone a reagire di fronte alle sfide della vita, attraverso libri, pubblicazioni digitali, eventi e sedute di terapia collettiva o individuale.
Molti, infatti, conosceranno già il suo nome grazie alla rubrica che Internazionale ha dedicato ai suoi video motivazionali. I temi trattati sono dei più svariati: si spazia dall’auto-conoscenza alle relazioni, passando per il lavoro e il tempo libero.
Perché siamo tutti difficili da amare? Cosa fare quando nella coppia uno dei due non vuole fare sesso? E se usassimo il telefono per evitare di restare soli con noi stessi? Cos’è della solitudine che ci fa più paura? Sono solo alcuni degli argomenti che lo scrittore, un po’ life coach un po’ filosofo, analizza nei suoi interventi.
L’obiettivo? Porre l’accento sulla necessità di comprendersi meglio, per raggiungere la serenità e l’equilibrio personale. Ovviamente largo spazio è dedicato all’amore, non a caso centro del primo libro di de Botton: Esercizi d’amore (Guanda, traduzione di Paola Martinelli). Nel suo volume d’esordio, l’autore svizzero si confronta con il processo dell’inizio e della fine del sentimento amoroso, mischiando elementi di finzione con riflessioni ed analisi di natura filosofica.
Pochi anni dopo, nel 1997, esce Come Proust può cambiarvi la vita (Guanda, traduzione di Livia Ferrari), testo che dà ufficialmente avvio alla sua carriera da scrittore. Se il nome del grande autore della Recherche suscita in voi un certo timore reverenziale, allora questa è la lettura che fa al caso vostro. Perché, come spiega de Botton, nessuno meglio di lui può darci lezioni di quotidiana felicità e rivelarsi un discreto e confortante “compagno dell’anima”.
L’opera proustiana dal tono scanzonato e divertente è seguita da Le consolazioni della filosofia (Guanda, traduzione di Anna Rusconi), in cui lo scrittore mostra come antichi pensatori quali Socrate, Epicuro, Seneca, Montaigne, Schopenhauer e Nietzsche possano essere guide eccellenti per affrontare i problemi della modernità, come il senso di inadeguatezza personale, i problemi finanziari e, naturalmente, le faccende di cuore: insomma, basta prenderla un po’ con filosofia.
Con L’arte di viaggiare (Guanda, traduzione di Anna Rusconi), Alain de Botton si dedica ai temi della psicologia e del viaggio, ma sempre tenendo a mente un unico scopo: raggiungere la felicità. Infatti come scrive lui stesso: “L’arte di viaggiare pone una serie di interrogativi il cui studio potrebbe modestamente contribuire alla comprensione di ciò che i filosofi greci indicavano con la bella espressione eudaimonia, ovvero felicità”.
Combattere le preoccupazioni, la paura e le angosce che ogni giorno minano la vita degli esseri umani: è questo quello che de Botton persegue con la sua scrittura. Per esempio, c’è un tipo di ansia molto diffusa che lo scrittore definisce “ansia da status”, ed generata da ciò che gli altri pensano di noi, in famiglia, sul lavoro, nella cerchia di amici e conoscenti. È un bisogno di riconoscimento sociale che cela un più profondo desiderio di amore collettivo. L’importanza di essere amati (Guanda, traduzione di Adria Tissoni) esamina questo bisogno smanioso, sempre attraverso un tono ironico e brillante, interrogandosi sulle cause del malessere legato al posto che occupiamo nella società.
Nel successivo Architettura e felicità (Guanda, traduzione di Stefano Beretta) de Botton riflette sul rapporto tra l’ambiente in cui viviamo e il nostro benessere, indagando, nella molteplicità delle sue sfaccettature, l’influenza del design sull’essere umano, design che suscita sensazioni e riflessioni, modifica l’umore, fornisce stimoli al miglioramento. Imparando a ritrovare in edifici e oggetti doti e qualità presenti anche nell’uomo, gli uomini hanno l’occasione di conoscere meglio loro stessi e, di conseguenza, di vivere in armonia nel mondo.
Nell’aprile 2009 de Botton pubblica Lavorare piace (Guanda, traduzione di Luisa Nera), in cui indaga dieci figure professionali strane. Qualche esempio? Un solitario pittore che per tre anni dipinge la stessa quercia, gli inventori di scarpe per camminare sull’acqua, o i manager di biscottifici tenacemente impegnati nella produzione di snack al sapore di gambero; tutti personaggi accomunati da un’irrefrenabile vocazione: buttarsi a capofitto nel lavoro per innalzare una fragile protesta contro la natura effimera dell’esistenza umana.
L’attenzione che lo scrittore dimostra nei confronti dell’attività lavorativa, come parte essenziale della vita, è confermata da quello che scrive in un articolo del Guardian: “Come cultura siamo molto in sintonia con ciò che è bello e commovente nell’amore; conosciamo i suoi punti più alti e celebriamo le sue estasi in film e canzoni. In confronto, il lavoro è noioso, noioso – la cosa che dobbiamo fare per pagare le bollette. Eppure ciò che colpisce è la frequenza con cui il lavoro, nonostante la sua mancanza di glamour, si rivela in effetti la parte più facile, più divertente e in definitiva più umana della vita“.
A distanza di pochi mesi, lo scrittore accetta una proposta della BAA (British Airports Authority) per un posto di “scrittore residente” all’aeroporto di Heathrow, uno dei più importanti del mondo: deve trasferirsi lì per sette giorni, per raccogliere impressioni e testimonianze, per poi rielaborarle in un libro. Ne viene fuori Una settimana all’aeroporto (Guanda, traduzione di Ada Arduini), un diario che è uno specchio della psiche umana, tra riflessioni sulle affascinanti contraddizioni del mondo moderno e sul viaggio come possibilità di “apportare cambiamenti duraturi nelle nostre esistenze”.
E arriviamo al 2011, anno in cui esce Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti (Guanda, traduzione di Ada Arduini), un libro in cui de Botton – in quanto ebreo e ateo convinto – osserva senza pregiudizi l’ascendente che le istituzioni religiose esercitano sui fedeli, interrogandosi sull’opportunità di sfruttare certi meccanismi per contrastare la disgregazione del senso di comunità nella società laica moderna, e per far fronte alle fragilità che minano l’equilibrio di tutti gli esseri umani. Un vero e proprio catechismo per atei che sentono il bisogno di avere una guida.
In Un’educazione emotiva (Guanda, traduzione è di Riccardo Cammalleri) de Botton ci guida alla scoperta dell’intelligenza emotiva, attraverso l’analisi sociale, intuizione filosofica e saggezza pratica. Un testo che è un supporto concreto per affrontare, in maniera matura e consapevole, tutto ciò che può avere ripercussioni sulla nostra sfera emotiva: superare i fallimenti, vivere serenamente l’amore, eccellere nel lavoro, eliminare l’ossessione del denaro e dell’affermazione sociale. La persona emotivamente intelligente ha capacità di introspezione e di comunicazione, e cerca di dare senso ed equilibrio a una vita scandita dai ritmi lavorativi. Una guida, quindi, per capire noi stessi, per padroneggiare i dilemmi delle relazioni, per diventare più sereni e resilienti.
E se il fallimento potesse farci da maestro? E se, al posto di scoraggiarci e negarlo, fossimo in grado di essere pazienti anche verso noi stessi e accettassimo di essere fallibili? Sarebbe allora un atto rivoluzionario, quasi eroico, in una società ormai divenuta vetrina, dove l’importante è apparire e mostrarsi immuni dagli errori. Alain De Botton (con la collaborazione della School of Life) torna in libreria per Guanda con Fallire e vivere felici.
Fonte: www.illibraio.it