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Instabilità dei microsatelliti

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Per quanto strano possa sembrare, «instabilità dei microsatelliti» indica una cronica difficoltà alla replicazione del DNA. Una anomalia genetica, insomma. Certo, si tratta di un termine settoriale. Ma per Silvia Caratti vale come etichetta per una condizione, oltre che biologica, esistenziale. E introduce al filo conduttore del suo libro: il corpo. Che non è solo la sede del dolore o del piacere, della salute e della malattia. È una zona confinaria tra il vivente e il non vivente. O il percolante frammezzo tra l’inanimato e qualcosa che sta altrove e lo trascende e che può essere perfino nominato con la parola divinità. È noto: il tema della creatura intesa quale soglia tra la materia grezza e l’assoluto rimanda alla grandiosa idea della creatura come interfaccia tra macrocosmo e microcosmo. E se c’è un dato caratteristico di queste poesie, sta nel rendere un argomento alto con mezzi verbali scarni, con una lingua prossima a quella naturale. Che talvolta tocca punte di estrema, scabra, desolata, tesa acutezza. Perché se esiste davvero un nesso tra umano e assoluto, si riverbera nella vita cosiddetta quotidiana, nei pensieri, nei dialoghi tra le persone in carne ed ossa, nella dolcezza o nella tensione dei loro rapporti. A tutto questo e a molto altro sembra alludere Silvia Caratti in un libro che la conferma tra i poeti più importanti della sua generazione.
Titolo
Instabilità dei microsatelliti
ISBN
9788823535640
Autore
Collana
Casa Editrice
GUANDA
Dettagli
112 pagine, Brossura
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