Chi conosce Ernst Jünger e la sua straordinaria attitudine a vedere attraverso le parole e le cose troverà raccolti in questo libro temi già in parte familiari, ma che qui si caricano di una forza irresistibile. L’argomento più appassionante per il lettore italiano è quello che si articola in una formidabile architettura logica e insieme temeraria in Linguaggio e anatomia: il reciproco rapporto di mimesi e di specchio tra il linguaggio e la struttura del corpo umano. Il saggio coabita con folgoranti pagine di diario, nate da soggiorni in terre solari, neolatine. La parte primaria è assegnata all’Italia, e in particolare alla sua terra più storicamente tenuta ai margini, la Sardegna. Con la «trilogia sarda» si armonizza perfettamente il grandioso affresco di Una mattina ad Antibes: l’immagine della Provenza marittima sfolgora di colori diversi, ma ne balena un simile luccichio di abitatori degli abissi marini o del fogliame o delle altezze montane e celesti. Un diario più breve è Balcone sull’Atlantico, nato da un soggiorno a Lisbona. Quelle pagine sono un ponte tra la forma del diario e la critica d’arte che raggiunge il suo culmine nel saggio che chiude la raccolta, I demoni della polvere, dedicato all’opera di Alfred Kubin: un’arcata gotica dai colori nordici, eccentrica rispetto a gran parte del libro, e proprio per questo fortemente saldata con lo scritto ancora più eccentrico posto in apertura, Lettera dalla Sicilia all’uomo nella luna. Qui il lettore troverà forse la chiave decifratoria della battaglia intellettuale di Jünger, tesa a sottrarre la bellezza alla tragedia del tempo che fluisce. Sfoglia le prime pagine