Lasciare "tracce di luce sul gioco delle onde dei giorni vissuti": sono le parole con cui, all'inizio di un nuovo anno, Ernst Jünger rinnova il proposito di tenere il diario, distillando in un'immagine il senso di questo libro. Bassa Sassonia, 11 aprile 1945 ? 2 dicembre 1948: è il tempo della desolazione, in cui si piangono i propri cari o ci si consuma nell'incertezza della loro sorte. In balia degli umori degli occupanti, con la fame, il peso degli orrori che filtrano dai racconti dei prigionieri liberati dai campi di concentramento e dei nuovi profughi dell'Est, si soffre l'umiliazione dell'unanime condanna internazionale. La resa incondizionata, la catena di esecuzioni e suicidi dei potenti della stagione appena conclusa, le bombe su Hiroshima e Nagasaki; come pure la fioritura del giardino, il miracolo di un fossile che ci ricorda la vitalità dell'universo: ogni cosa viene puntualmente annotata. In un documento straordinario, riaffiorano allora volti, fatti, incontri, il tragico scetticismo con cui si è assistito all'ascesa del nazismo, senza tacerne l'oscura fascinazione iniziale.
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