È la primavera del 1939 e, come ogni anno, la località di villeggiatura di Badenheim, in Austria, si affolla di villeggianti. Ma questa non sarà una vacanza come tutte le altre. Quando, per ordine delle autorità, agli ebrei viene imposto di registrarsi presso un misterioso Dipartimento sanitario dotato di poteri allargati, molti si risentono del fastidio, alcuni protestano, ma nessuno riconosce appieno la minaccia. Certo, un terribile cambiamento è nell’aria, e un senso di catastrofe imminente assedia Badenheim, circondata da una foresta che si fa sempre più cupa e paurosa. Ma finché il pericolo resta senza un nome e il nemico senza un volto è ancora possibile dar retta alle parole consolatorie dell’impresario Pappenheim che, animato da un infausto senso materno, si fa in quattro per rassicurare e illudere se stesso e i suoi compagni di sventura. Alla fine la piccola comunità forzata si avvierà docilmente verso la stazione, in compagnia di un rabbino sulla sedia a rotelle, guida spirituale che ormai non potrà più condurre i suoi alla salvezza. E nessuno, neanche davanti ai treni diretti verso la Polonia, sembra comprendere a fondo la misura dell’abisso che sta per spalancarsi.