Nell’autunno del 2000, dopo aver trascorso cinque anni a Parigi come corrispondente, Adam Gopnik decide di tornare a New York in modo che i suoi figli, Olivia e Luke, possano crescere «nell’abbraccio dell’educazione progressista americana». Così, partendo dalla prima missione impossibile di metter su casa a Manhattan, compone una panoramica a 360 gradi della contemporaneità nella Grande Mela. Una carrellata di personaggi reali e fittizi, in un «antimemoir» del curioso mondo che circonda la famiglia Gopnik, un inedito spaccato della metropoli americana che, a fronte del drammatico 11 settembre, diventa un «inno alla speranza», in cui «le ombre sono tutto quello che abbiamo per mostrare a noi stessi le innumerevoli forme che la luce può creare».